LE CINQUE R DELL’IMMOBILE PUBBLICO

18 Aprile 2023

Ore 14:00-17:30

AULA MAGNA BRUNO ZEVI - Facoltà di Architettura - Via Gramsci 53

Modera - Paola Pierotti Giornalista PPAN

Un terremoto dura qualche decina di secondi, liberando l’incommensurabile energia che quotidianamente resta sopita sotto i nostri piedi e, oltre ad intaccare la materia della Terra, quando colpisce zone più o meno densamente abitate, sembra cancellare parte della storia degli uomini.
Le origini e gli effetti di ogni tipo di catastrofe sono strettamente legati, sia pure in modo non meccanicamente deterministico, alle caratteristiche naturali e alle modificazioni antropiche dei territori in cui si verificano. La pianificazione territoriale può quindi giocare un ruolo rilevante «all’interno delle politiche complessive di riduzione del rischio; da un lato mediante l’inserimento all’interno dei piani urbanistici, di una serie di misure prescrittive concernenti diversi aspetti, dall’uso del suolo ai regolamenti edilizi o costruttivi, dall’altro nel caso di insediamenti già esistenti, attraverso interventi di ristrutturazione urbanistica e programmi di adeguamento del patrimonio edilizio a rischio» (Fera, 1991).


In risposta a questa energia gli esseri umani nell’attimo stesso in cui il tempo del sisma finisce, attivano istantaneamente il meccanismo della palingenesi; alle forze della natura, le persone contrappongono la loro capacità di rinnovamento, la loro volontà di rifare ciò che è stato danneggiato e distrutto, accrescendone la qualità e non di rado la solidità. Ma questa palingenesi è un processo che richiede tempo e necessita di resistenza e ancor più di resilienza. Se infatti resistere mette in campo una logica di contrapposizione, la resilienza necessita di un approccio più complesso: accogliente, tran sezionale e multidisciplinare. Una pianificazione generale, fondata su un rigoroso quadro di conoscenze, è inoltre la base necessaria ad una programmazione efficace degli interventi, a partire dalla determinazione delle priorità in ragione della pericolosità dell’evento atteso e della vulnerabilità del territorio (Galanti, 1997).

Come detto, la resistenza ha un tempo ma ciò non vuol dire che la resilienza sia l’unica soluzione. Si avverte sempre più la necessità di velocizzare certi processi e snellire le pratiche della ricostruzione. 

Per questo durante i lavori proveremo a dare prospettiva e proposte concrete per:
Sostenere l'efficienza energetica, la gestione intelligente dell'energia e l'uso dell'energia rinnovabile nelle infrastrutture pubbliche, compresi gli edifici pubblici, e nel settore dell'edilizia abitativa
Promuovere strategie per basse emissioni di carbonio, inclusa la promozione della mobilità urbana multimodale sostenibile e di pertinenti misure di adattamento e mitigazione
Promuovere investimenti destinati a far fronte a rischi specifici, garantendo la resilienza alle catastrofi e sviluppando sistemi di gestione delle catastrofi
Investire nel settore dell'acqua per rispondere agli obblighi imposti dalla normativa dell'Unione in materia ambientale e per soddisfare le esigenze, individuate dagli Stati membri, di investimenti che vadano oltre tali obblighi 
Conservare, proteggere, promuovere e sviluppare il patrimonio naturale e culturale
Sostenere la rigenerazione fisica, economica e sociale delle comunità sfavorite nelle aree urbane